Archive for novembre 2007

Antillo valorizza la tradizionale maschera carnevalesca

novembre 30, 2007

Venerdì 30 novembre alle 18.00 presso i locali della Villa Ragno di Santa Teresa di Riva avrà luogo la conferenza stampa con la presentazione Progetto di Valorizzazione della Maschera Carnevalesca Tradizionale Antillese in seno alla IV Sagra del Maiale e del Cinghiale in programma sabato 1 e domenica 2 dicembre.

Ad Antillo, sul versante meridionale dei Peloritani, u jornu i Carnaluvari, il martedì Grasso, i pastori si vistianu i Pícurari (Animali e Uomini Selvatici), si mascheravano da pecorai. Oltre a portare il copricapo tradizionale, a meusa, i Pícurari indossavano su una camicia bianca, a cammicia i tila iànca, il giubbotto di orbace, u rrubbuni i trappu, e sopra i calzoni si mintiànu i causeddi i peddi, mettevano le brache di pelle caprina non tosata, ai piedi calzavano i scarpi i pilu, ciocie di cuoio grezzo, tenute ferme da stradderi, fettuccie di cuoio incrociate lungo la gamba.

Dalla cintura rinforzata pendevano tutt’intorno i campani, i campanacci, una dozzina, di varia grandezza. Accessori erano u facciali, la maschera di tela bianca con due buchi per gli occhi, e ‘na tuvàgghia i facci rracamata e ‘ntrizzata, un asciugamano ricamato con le frange annodate.

I Picurari portavano poi una bisaccia, a bbertula, con dentro un pezzo di formaggio vecchio, da una parte, e ‘na petra fucala, una pietra focaia, dall’altra.
I Picurari, per la mascherata carnevalesca, che aveva luogo per le strade di Antillo, si riunivano a gruppi di otto-dieci elementi, destando con le loro divertenti e imprevedibili scorribande gestuali, verbali e sonore, ilarità e esplosioni di risate liberatorie. Ad ogni movimento del mascherato, i campanacci facevano un rumore assordante, incutendo fra la gente paura e sorpresa. La presenza dei Picurari era inquietante, perché rappresentava un’identità “altra”, sconosciuta, perciò temibile.

Di tanto in tanto i Picurari stabilivano un contatto verbale con la gente, con la replica rituale di uno scambio di battute obbligate: “picuraru, m’u duni un mmostru i frummàggiu?” (pecoraio me lo dai un pezzo di formaggio?)… “Dammi u cutedddu chi tt’u tàgghiu” (dammi un coltello che te lo taglio), rispondeva con voce falsata. Se l’interlocutore gli dava il coltello, u Pícuraru faceva finta di volerlo affilare sulla pietra mola, ma in realtà u sgangava, cioè gli rovinava il taglio. Lo scherzo, non innocuo certamente, veniva tuttavia ricompensato con un pezzo di formaggio offerto in dono al malcapitato.

L’allegra sarabanda dei Picurari, che invadevano con la loro presenza inquietante e assordante il paese, si chiudeva in piazza con un ballo finale di riconciliazione, che intrecciavano gioiosamente con maschere femminili, dami, agghindate a festa, eloquente espressione del Bene da rifondare nella comunità. I temi di contradanza, eseguiti da un suonatore di ciaramedda, venivano sovrastati dal frastuono dei campanacci, continuamente mossi dai passi di danza dei Picurari, e dalle grida di festa della piccola folla che faceva corona ai danzatori.

 Tratto da http://www.solnet.it/carnevaledisaponara/antillo.htm 

Lutto a Taormina, è morto il sindaco D’Agostino

novembre 29, 2007

Non ce l’ha fatto Carmelantonio D’Agostino.

Il sindaco di Taormina è morto nella notte a seguito di una grave malattia.

I funerali saranno celebrati sabato 01 dicembre mattina, alle 10,30, nella Basilica Cattedrale.

Tre assoluzioni e due prescrizioni per l’alluvione del ‘96

novembre 28, 2007

Sant’Alessio Siculo – Assolti con formula piena dall’accusa di avere truffato 250 milioni di vecchie lire millantando danni alluvionali inesistenti, l’ex sindaco di S. Alessio Tino Gussio, l’attuale sindaco Giovanni Foti, al tempo dei fatti vice sindaco e assessore, ed il tecnico comunale Albion Trimarchi. Prescritte, invece, le accuse a carico di Giuseppe Agatino Foti, amministratore delegato della società “Castello srl” di cui Giovanni Foti era socio, e Claudio Faranna, professionista di S. Alessio che quantificò in una perizia redatta nel 1998 su incarico di Giuseppe Agatino Foti, i danni causati dalla alluvione dell’ottobre del 1996 all’Elihotel, di cui la società “Castello” era proprietaria.

La vicenda esplose sette anni fa quando un artigiano di S. Alessio, Giuseppe Alessandro (costituitosi in giudizio contro i due Foti e Gussio) si vide escluso dalla ripartizione dei contributi per danni alluvionali per cui si rivolse alla magistratura (assistito dall’avv. Pietro Pagano) denunciando che Foti e la sua società avevano fatto carte false per ottenere il contributo previsto dalla ordinanza della Protezione civile in seguito alla alluvione che S. Alessio causò notevoli danni nella zona nord, mentre — secondo l’Alessandro — l’albergo del quale Foti era comproprietario era situato nella parte sud quindi non avrebbe subito danni, pur incamerando un contributo di 250 milioni grazie alle dichiarazioni mendaci di Faranna e Gussio. I cinque furono rinviati a giudizio con l’accusa di truffa aggravata mentre la Regione si costituiva come parte offesa e l’Alessandro (che aveva denunciato ai carabinieri di essere stato minacciato da Giovanni Fori) come parte civile.

La prima udienza si tenne il 6 marzo 2003 e dopo una lunga sifiata di testimoni, periti, consulenti tecnici, che, con i legali di fiducia, hanno smantellato il castello accusatorio, ieri si è giunti alla sentenza assolutoria con formula piena «perchè il fatto non sussiste». Gli imputati sono stati difesi dagli avvocati Massimo Brigandì, Filippo Brianni e Carlo Autru Ryolo (per Nunzio e Giuseppe Foti), Gianfilippo Brunetto (per Albion Trimarchi), Paolo Turiano (per Agatino Gussio), e Massimo Brigandì (per Faranna).

Fonte: Gazzetta del Sud

Oggi i funerali di Salvatore Aliberti

novembre 28, 2007

Si terranno oggi  alle 14.30 nella chiesa S. Maria di Portosalvo i funerali dell’ex sindaco di Santa Teresa di Riva Salvatore Aliberti .

Salvatore Aliberti  aveva 81 anni ed è stato sindaco del paese jonico  dal 26 ottobre 1976 al 14 luglio 1978.

L’architetto Coglitore riscopre l’antica Torre di Pagliara?

novembre 27, 2007

Scoperta la “Torre di Pagliara” ? Nel territorio di Roccalumera esiste un’ antica struttura muraria a pianta circolare ( del tutto simile alla torre Lumera) che ha le caratteristiche di una torre e  vista l’ubicazione (l’antica Marina di Pagliara) potrebbe trattarsi della TORRE DELLI PAGLIARA.

L’annuncio è stato dato dal sito www.fotosantateresadiriva.com  gestito dell’architetto Salvatore Coglitore, appassionato di storia e cultura del comprensorio Jonico.

Il distretto di TaorminaEtna al World Travel Market di Londra

novembre 27, 2007

Positivi risultati per il Distretto turistico Taorminaetna che nei giorni scorsi ha partecipato alla più importante fiera del turismo mondiale: il World Travel Market di Londra, un evento che nella passata edizione, e i numeri di quest’anno registrano un lieve incremento, ha registrato oltre 5.500 espositori, tra venditori e buyers, in rappresentanza di 202 nazioni con una presenza di quasi 48.000  professionisti del turismo e circa 25.000 visitatori. Numeri assolutamente significativi perchè si tratta di una fiera businness-to-businness, quindi assolutamente riservata agli “addetti ai lavori”, compresi gli oltre 3.000 giornalisti ella migliore stampa internazionale.Il Distretto TaorminaEtna, che nell’occasione ha presentato il nuovissimo catalogo che racchiude tutte le strutture ricettive che ne fanno parte, circa 200,  ha avuto il suo spazio, all’interno dello stand allestito dall’ENIT, in una posizione strategica, ad angolo con un corridoio, che ne ha aumentato la visibilità .
“Abbiamo registrato un numero importante di contatti con operatori internazionali e nazionali che ben ci fanno sperare per la programmazione della stagione primavera estate del 2008 – sottolinea il “capo delegazione” Ernesto Del Campo, presidente della società Sviluppo Taorminaetna -.. In particolare, la nostra presenza a Londra ci ha permesso di promuovere proprio agli inglesi il Castello Nelson, in territorio di Maniace, ma di proprietà del Comune di Bronte, dove fino a poco più di vent’anni fa vivevano di eredi del grande ammiraglio. Ma abbiamo puntato anche al mercato nazionale, per recuperare quella fetta del 10% di presenze in meno registrate nella scorsa stagione estiva”.
“Nelson è l’eroe nazionale più amato, insieme al duca di Wellington – sottolinea  Valerio Scoyni, responsabile dell’ENIT in Gran Bretagna -.

Proporre agli inglesi, noti per il loro nazionalismo, di vistare un pezzo della loro storia in Sicilia può essere una grande opportunità. Ormai il sole, il mare, le bellezze ambientali possono essere proposte in qualsiasi parte del mondo, mentre i turisti cercano sempre più emozioni, storie, atmosfere assolutamente uniche e originali. Da questo punto di vista il Distretto, che propone sue luoghi conosciuti in tutto il mondo, come Taormina e l’Etna, può offrire una grande e originale attrattiva”.
Si apre, insomma, un mercato con enormi potenzialità se consideriamo che la Gran Bretagna  conta quasi 60 milioni di residenti e il 5% dei viaggiatori si reca proprio in Italia, con una predilezione per regioni dalla forte identità, come La Sicilia, la Sardegna e la Toscana. Intanto, il Distretto Taorminaetna, presieduta da Mario Bolognari, con Salvatore Spartà amministratore delegato,  allarga i propri orizzonti. Proprio da pochi giorni, infatti, 15 corsisti, selezionati nell’ambito di un progetto realizzato con l’Università di Catania e con Promuovitalia, sono in Russia (a Mosca e San Pietroburgo) dove effettueranno un periodo lavorativo di 4 mesi, che sarà successivamente completato con 2 mesi in alberghi del Distretto, per imparare la lingua russa, conoscere il mercato turistico e incentivare i flussi verso la Sicilia.

Appaltati i lavori strada Savoca-Chiesa arabo-normanna

novembre 27, 2007

Il primo lotto. Attesa durata decenni

CASALVECCHIO – E’ stata aggiudicata la gara d’appalto del primo lotto dei i lavori di costruzione della strada di collegamento tra la Provinciale 19-Savoca e la 17-S. Pietro e Paolo. Aggiudicataria, l’impresa Ati. Costo dell’intervento per realizzare il primo tratto è di circa 650 mila euro.
“L’obiettivo dell’ente Provincia – ha evidenziato il dirigente del VII Dipartimento, Giuseppe Celi – consiste nella valorizzazione, sia dal punto di vista turistico che culturale di importanti arterie stradali”. Il nuovo collegamento andrà così a valorizzare ultreriomente la stupenda chiesa arabo-normanna dei Santi Pietro e Paolo di Casalvecchio Siculo. Un monumento che viene definito uno dei meglio conservati e ritenuto dagli esperti unico nel suo genere in tutta Europa. Per raggiungere attualmente la chiesa è necessario percorrere il greto del torrente Agrò oppure l’impervia stradina che scende da Casalvecchio verso valle. Percorsi proibitivi soprattutto per i pullman turistici o per chi non ha dimistechezza con il territorio. Un bene storico-culturale fino ad oggi fortemente penalizzato per l’inefficienza dei collegamenti. Adesso dopo decenni di parole è arrivato il momento delle cose concrete con l’appalto dei lavori.

CENNI STORICI. Sembra che il tempio sia stato realizzato intorno al 560 dai Frati Basiliani, ma venne totalmente distrutto dagli arabi alcuni secoli dopo. La conferma della data di riedificazione viene dal “Diploma di Donazione” con il quale Ruggero II nel 1116 ne dà concessione agli stessi frati. In questo documento si legge, infatti, che il Re, ritornando da Messina a Palermo, durante una sosta in Scala S. Alexi (l’attuale S. Alessio S.), fu avvicinato da un monaco venerabile, Abate Gerasimo, che chiese al giovane sovrano la facoltà e l’aiuto di riedificare il tempio. Ruggero II concesse ai frati basiliani il permesso di riedificare la Basilica nel luogo dove sorgeva già da vecchia data, essendo stata saccheggiata ed abbattuta durante l’invasione Araba.
Fu fatta, quindi, ricostruire col Monastero basiliano adiacente nel 1117, grazie alla magnanimità del Re normanno.

In seguito ai danneggiamenti subiti durante il terremoto del 1169, che scosse l’intera Sicilia orientale, la Chiesa venne rinnovata nel 1172 dall’architetto francese Gherardo, che indubbiamente apportò nuovi ed esclusivi elementi stilistici ed architettonici. Lavori di restauro che, come giustamente osserva il Lojacono, sono realizzati su un organismo costruttivo, cioè su una struttura, già esistente, pertanto, il corpo principale della Chiesa sarebbe opera di un architetto rimasto ignoto, che ha saputo fondere in un perfetto connubio elementi di arte bizantina, araba e normanna.

Della datazione dell’ edificio, fa fede l’ epigrafe incisa sull’architrave del portale principale, dove si legge in greco antico:
“ fu ricostruito questo tempio dei SS. Pietro e Paolo da Teostericto Abate di Taormina a proprie spese. Possa iddio ricordarlo nell’ anno 6680 (1172). Il capo mastro, Gherardo il Franco ”.

Fonte:Tele90

1 e 2 dicembre sagra del maiale del cinghiale ad Antillo

novembre 26, 2007

La Sagra del Maiale e del Cinghiale è nata con lo scopo di diffondere all’esterno del territorio comunale quei prodotti tipici locali ottenuti da questi animali: salsiccia, salumi, porchetta, lardo, “frittuli”, che già sono noti ed apprezzati in buona parte della provincia di Messina. Ulteriore finalità della sagra è poi quella di rivalutare un’attività – l’allevamento del maiale – che, seppure in declino, è particolarmente diffusa tra gli Antillesi e che, soprattutto nei periodi più difficili, ha rappresentato una delle componenti più rilevanti dell’economia del luogo. 

L’allevamento del maiale ad Antillo vanta una tradizione secolare. In tutta la Val d’Agrò un vero allevamento in massa del maiale esisteva solo ad Antillo. Centinaia e centinaia di capi all’anno erano allevati in tutte le famiglie e spesso ne erano la risorsa principale, poiché all’atto della vendita si poteva ricavare qualche centinaio di lire. Nei primi decenni del secolo scorso l’allevamento del maiale era un’attività talmente diffusa nella popolazione locale al punto che ad Antillo si teneva un frequentatissimo mercato domenicale dî purcidditta e ddî gnarri, (i cosiddetti lattonzoli). In marzo ed aprile si smerciavano decine e decine di lattonzoli mentre in dicembre e gennaio si compravano i maiali svezzati da tempo. L’alimentazione dei maialetti consisteva in ghiande, granturco, castagne, frutti scadenti appositamente raccolti (pere e mele) e nel classico “bbiviruni” formato da un intruglio di latte, crusca e residui di cibo. Alla fine dell’estate i maiali erano così cresciuti al punto da poter essere venduti o macellati “a pprima carne”, come prima carne suina della stagione.

L’estensione della sagra anche ai prodotti derivati dal cinghiale è stata decisa per far conoscere e apprezzare la carne prelibata di un animale sempre più diffuso nel territorio antillese. Difatti taluni allevatori locali si stanno specializzando nell’allevamento di questa specie appartenente alla famiglia dei suini, senza dimenticare poi che i boschi di Antillo sono particolarmente ricchi di cinghiali che vivono allo stato selvatico e che possono essere cacciati nei periodi in cui lo consente il calendario venatorio. La sagra del maiale e del cinghiale ospita anche una ricca e variegata mostra mercato dei prodotti tipici antillesi (funghi, olio, vino, miele, frutta secca, pane casereccio, formaggi, ecc. oltre agli apprezzati prodotti dell’artigianato locale).

Nel 2007 la sagra avrà luogo sabato 1 dicembre a partire dalle ore 16,00 e domenica 2 dicembre a partire dalle ore 10,00.

Antillo è raggiungibile in auto tramite l’autostrada A18 (Messina – Catania) alle uscite di Roccalumera (27 Km a Nord) o di Taormina (28 Km a Sud). Si prosegue lungo la strada statale S.S. 114 fino all’altezza di S. Alessio Siculo e qui s’imbocca la strada provinciale S.P. 12 per Antillo.

 

Una riviera assuefatta al rumore dell’Autostrada

novembre 26, 2007

Ciò che nel resto d’Italia è normale, al Sud ed in Sicilia in particolar modo diventa “eccezionale”.

Tornando a parlare delle famose “piccole cose” che contribuiscono a fare i grandi cambiamenti, a proposito di vivibilità e rispetto per l’ambiente, continuiamo il nostro viaggio tra le arretratezze presenti nei nostri paesi. Da ormai mezzo secolo i paesi della nostra riviera sopportano il passaggio dell’Autostrada «Messina – Catania». In molti tratti, l’autostrada costeggia il centro abitato. In alcuni paesi addirittura vi sono case che distano dall’A18 solo pochi metri. Chi vive vicino l’autostrada sa benissimo cosa deve sopportare, specie se in quel tratto vi sono delle giunture o dei ponti. Per non parlare delle forature delle gomme dei tir in piena notte… Da Roma in su, tutti i centri abitati attraversati dall’autostrada sono protetti da pannelli fono-assorbenti. Anzi, in molte città del nord le amministrazioni comunali si battono addirittura per il miglioramento ed il potenziamento della qualità dei pannelli fonoassorbenti. Sono infatti già in produzione delle barriere acustiche che alle caratteristiche di fonoassorbenza aggiungeranno quella fotocatalitica in grado di ridurre l’inquinamento atmosferico. In Sicilia e nella nostra Riviera invece di pannelli fonoassorbenti nemmeno l’ombra. Eppure tutti i centri abitati della nostra riviera sono praticamente “incastrati”  tra autostrada , ferrovia e strada statale. Un cocktail micidiale di inquinamento acustico ed ambientale. Un problema del quale però le nostre amministrazioni non sembrano preoccuparsi più di tanto. “E’ compito della Società Autostrade” dicono i sindaci . Dall’altra parte invece la Società Autostrada risponde che devono essere i comuni a farne richiesta. E così, via col solito scaricabarile tra istituzioni. Una prassi alla quale noi siciliani ci siamo purtroppo ormai abituati (e contro il quale forse non facciamo molto).  Tra l’altro nel motore di ricerca interno del sito del Consorzio Autostrade Siciliane , cercando all’interno le parole “fonoassorbenti” e insonorizzazione” non si ottiene nessun risultato. In realtà a livello locale l’inquinamento acustico è considerato meno importante di altre problematiche . Eppure è risaputo che  il rumore è fra le cause principali del peggioramento della qualità della vita. La caratteristica principale dell’inquinamento acustico è quello di essere invisibile. A differenza di altre problematiche ambientali (come possono essere le spiagge sporche o una costruzione edilizia abusiva) , il rumore non ha nulla di “spettacolare” ed è invisibile agli occhi. Occhio non vede cuore non duole insomma. Certo forse è pure vero che i nostri responsabili politici non sono consapevoli del problema e non  hanno dimestichezza con gli effetti dell’inquinamento acustico. L’installazione di pannelli fonoassorbenti lungo la carreggiata dell’Autostrada non dovrebbe essere un’operazione eccessivamente costosa . Sicuramente meno di altre cattedrali nel deserto presenti sul nostro territorio. Non è una “grande opera” ma una semplice miglioria. Un lavoro che dovrebbe essere “scontato” (lo è nelle regioni progredite) diventa un’ “impresa impossibile” in Sicilia. Ovviamente la colpa non è di nessuno. Gli amministratori comunali fanno il loro dovere, i dirigenti di Società Autostrade pure. Vuoi vedere che la colpa è degli automobilisti che attraversano l’autostrada o peggio ancora di noi cittadini che ci lamentiamo sempre e non siamo mai contenti?  In fondo cosa c’è di male? Dopo un po’ ci si abitua a tutto. Anche al rumore. E noi alle autostrade ci siamo abituati da mezzo secolo, forse a qualcuno potrebbe anche dispiacere non sentire più quel frastuono di tir che giorno e notte 24 ore su 24 strombazzano  passando ad alta velocità a pochi metri dalle nostre camere da letto.

Niente quorum per il referendum di De Luca

novembre 25, 2007

Ne ha raccolte 85.500 mila, ne servivano 90.300. Niente referendum regionale contro la legge che consente ai deputati di svolgere contemporaneamente l’incarico di parlamentare e sindaco o presidente di provincia. “Non mi aspettavo il tradimento  di sei colleghi parlamentari, ingannati come me dai pupari d’aula, che avevano già avviato la raccolta delle firme nelle rispettive province e non le hanno depositate ai vari comuni per le relative certificazioni elettorali, illudendomi fino all’ultimo momento che avrebbero mantenuto l’impegno d’onore assunto nei miei confronti. Mi ha tradito – continua l’On. De Luca – anche il mio collega di partito Nunzio Maniscalco, che non solo si è limitato a consegnare circa 700 firme, ma ha anche rallentato l’attività di raccolta avviata in varie Province da alcuni amministratori locali venendo meno ad un impegno concordato con il segretario nazionale del partito sen. Rotondi. Le pressioni del presidente Micciché e dei cecchini dell’UDC  esercitate su vari parlamentari e consiglieri comunali di Palermo, hanno sortito l’effetto sperato dall’intera Casta politica regionale ed hanno graziato alcuni onorevoli lacché del presidente Cuffaro e dello stesso Micciché.